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giovedì 8 novembre 2012

Ikea, i Cobas e le cooperative


Riportiamo di seguito gli aggiornamenti letti sul Messaggero, relativamente alle proteste di alcuni componenti delle Cooperative impiegate presso il Polo Logistico di Piacenza. Alla fine l'azienda stanca e non riuscendo a individuare una rapida soluzione ha deciso di ridurre i carichi di lavoro sul deposito, facendo a meno di fatto di 107 unità e ripartendo gli stessi carichi su altre strutture.


La domanda che ci poniamo è questa, perchè si preferisce spostare le attività e non affrontare il problema con le cooperative e i sindacati?


Avendo un minimo di esperienza nel settore proviamo anche a dare delle risposte

In primo luogo con le cooperative è meglio non discutere più di tanto, primo perchè le cose che non vanno nei vari contratti di terziarizzazione sono molti e si fa molta fatica a affrontarli, è il classico caso di "più la giri, più puzza", quindi meglio non toccare nulla, poi anche, anzi, principalmente per ragioni di convenienza economica dell'appaltante, è noto e chiaro a tutti che il costo del personale che l'azienda sostiene in caso di gestione di personale diretto, alto per la verità, si dimezza in pratica nel caso di terziarizzazione quindi...avanti tutta con le cooperative !

Allora ma chi accetterebbe di lavorare a fare "movimentazione di carichi manuali" senza praticamente garanzie, senza malattie, senza formazione, senza un orario di lavoro normale, in ambienti spesso ai limiti delle norme e per due lire, anzi due euro ? Dimenticavo, magari lavorando meno di due ore la mattina tipo dalle 06:00 alle 07.30 e due ore la sera dalle 20:30 alle 22.30 ? Totale tre ore e mezzo di lavoro al giorno e busta paga intorno ai € 400,00 Euro. Allora chi accetterebbe ?

Anche qui la risposta proviamo a darla noi. Una serie di individui stranieri, che non hanno nè macchina, nè patente e non parlano Italiano che abitano a un oretta di distanza dal deposito e che per € 400,00 sono disponibili a questo e altro...

L'altro motivo per non affrontare i problemi tra appaltatore e cooperativa quando si presentano è perchè è proprio quando una cooperativa protesta è l'occasione buona per sostituirla con un altra e magari sicuramente a un costo ancora più basso...


Ci sono poi ragioni di Caporalato, di cambi e ricambi e altre tante schifezze che magari in un altro post approfondiremo, cercando di capire anche il motivo per cui i Cobas tutto possono.



Questo l'articolo:


La multinazionale sceglie altri punti di smistamento e lascia il magazzino Le Mose. Manifestazione contro la decisione


PIACENZA - La direzione Ikea ha optato per il «riposizionamento dei volumi» nello stabilimento di Piacenza a partire da domani, giovedì, con la perdita di 107 posti di lavoro, dopo le proteste e i blocchi degli ultimi giorni che hanno tra l'altro portato, venerdì scorso, a disordini con oltre una decina di feriti tra manifestanti e poliziotti e a un indagato per resistenza a pubblico ufficiale. Lo ha comunicato il consorzio Cgs, fornitore di servizi a cui fanno capo le cooperative Cristall, Euroservizi e San Martino.


Al magazzino piacentino, a Le Mose, confluisce merce che viene confezionata, preparata e spedita ai punti vendita della multinazionale svedese. Da domani parte di questa merce sarà inviata in altri punti di smistamento. «È una comunicazione che noi e tutte le persone responsabili temevamo e che inevitabilmente si è concretizzata. Ikea, come si sarebbe comportata qualunque altra azienda in queste condizioni, ha preso atto di una situazione che evidentemente non è più né sopportabile né accettabile», afferma Francesco Milza a nome del Consorzio. «La conseguenza diretta e immediata - aggiunge l'esponente del Consorzio - è che 107 lavoratori, soci e dipendenti, saranno costretti a rinunciare al proprio posto di lavoro perché questo posto di lavoro non c'è più».

Protesta anche oggi. Da circa tre settimane i facchini del consorzio Cgs, in gran parte stranieri, che aderiscono ai Cobas hanno avviato una protesta incentrata sulle condizioni salariali e su presunte discriminazioni in ambito sindacale. anche oggi manifestazione per le vie di Piacenza di circa 300 facchini che rivendicano «il diritto a non essere discriminati o buttati fuori solo per aver esercitato il diritto all'attività sindacale» ha detto Aldo Milani, segretario nazionale dei SìCobas e guida della protesta che attacca l'azienda svedese. «La minaccia di lasciare a casa altri 107 lavoratori - ha aggiunto - è una boutade, non possono farlo e lo sanno benissimo». Secondo i lavoratori che protestano -sostenuti da Rifondazione Comunista (presente anche il segretario regionale Nando Mainardi) - in gran parte nordafricani, ma anche italiani - non è «in gioco solo il destino dei 12 facchini sospesi dal consorzio di cooperative che ha in appalto i lavori nel polo logistico Ikea di Piacenza, ma la possibilità di esercitare i propri diritti sindacali. Chi lo ha fatto, all'interno di Ikea, ha pagato vedendosi decurtati i turni di lavoro e quindi la busta paga, nello stabilimento di Piacenza per le stesse mansioni c'è chi guadagna 1600 euro al mese e chi 450».

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